Compartecipe, giovanissimo, della stagione immediatamente post-unitaria che vide la nascita delle ricerche preistoriche in Italia, Pigorini fu – con Gaetano Chierici e Pellegrino Strobel – cofondatore nel 1874-75 del Bullettino di paletnologia italiana, primo periodico dedicato alla preistoria di un solo paese, e poi nel 1875 fondatore e direttore del Museo preistorico-etnografico di Roma, per moltissimo tempo unico e tuttora principale museo nazionale di settore, e infine dal 1877 titolare di quella che fu la prima cattedra stabile al mondo di preistoria, istituita presso l’Università di Roma con la dicitura di Paletnologia. A soli trentacinque anni Pigorini si trovò così a capo di tutte le istituzioni del settore, esercitando per quasi un cinquantennio un dominio che – nel bene e nel male – ha segnato la storia della nostra disciplina.
A cento anni dalla morte (1 aprile 1925) si propone con questo contributo una scelta limitata di suoi articoli, con l’intento di introdurre il lettore alla sua figura attraverso i suoi stessi scritti. Tutti gli scritti, tranne uno appositamente digitalizzato, sono estratti dal portale della Biblioteca digitale, curato e diretto dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma, che li rende disponibili con licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 4.0.
I primi tre articoli sono tutti articoli di sintesi o divulgazione. La scelta non è casuale: fu proprio questa attività, forse più di quella sul campo, a rendere la figura di Pigorini un riferimento nazionale. Esemplari in questo senso sono la redazione annuale di un capitolo dedicato alla Paletnologia per l’«Annuario scientifico-industriale», principale espressione della campagna positivista di divulgazione scientifica (riproduciamo qui il suo primo contributo del 1865), e poi la collaborazione con la più prestigiosa rivista di alta cultura italiana, Nuova Antologia, iniziata nel 1870 con due articoli, che qui riproduciamo, dedicati rispettivamente alle “stazioni lacustri” della Svizzera, primo modello per la ricerca italiana, e alle terremare emiliane dell’età del Bronzo.
I successivi tre articoli sono i primi dedicati da Pigorini alle tre istituzioni da lui promosse: il Bullettino di paletnologia italiana, il Museo preistorico-etnografico di Roma e la cattedra di Paletnologia all’Università di Roma.
I contributi pubblicati nell’Annuario scientifico-industriale mostrano l’attenzione di Pigorini per la raccolta sistematica e la diffusione di quanto riguardava la ricerca preistorica in Italia. La sua consapevolezza dell’importanza che le notizie di scoperte e studi non rimanessero disperse trovò poi coronamento nella fondazione, con Chierici e Strobel, del Bullettino di paletnologia italiana, di cui qui si ripropone l’introduzione a firma congiunta al primo numero.
Nel primo dei due articoli sopra citati usciti su Nuova Antologia Pigorini, riprendendo le parole di Adolphe Morlot, sottolineava come «per intendere il passato di nostra specie fa mestieri innanzi tutto conoscerne il presente», formulazione sintetica di quel metodo comparativo che avrebbe segnato tanto la natura dell’istituzione museale da lui creata (non a caso chiamata Museo preistorico-etnografico, la cui prima descrizione è qui riproposta), quanto le sue lezioni universitarie (si riproduce qui la sua sintesi del primo anno del corso di Paletnologia).
Se è indubbio che Pigorini creò le basi istituzionali della ricerca preistorica in Italia, è altrettanto vero – come notò Renato Peroni – che il suo potere si tradusse con il tempo in un isolamento intellettuale che finì per nuocere alla capacità di Pigorini di elaborare una sintesi autorevole e affidabile sul popolamento preistorico dell’Italia. Il contributo del 1903 che qui riproduciamo ne è – crediamo – un esempio.
Pigorini infine fu anche storico della paletnologia. A questo aspetto dedicò grande e costante attenzione fin dagli inizi della sua attività, consapevole che la storiografia può avere anche una funzione di legittimazione di una disciplina o di uno specifico indirizzo scientifico. Proponiamo qui il contributo che pubblicò nel 1911, in un volume uscito per il cinquantenario dell’Unità, forse la sua più organica ricostruzione della storia della paletnologia italiana e del ruolo che lui stesso vi aveva avuto.
(Massimo Tarantini)
Annuario scientifico ed industriale, anno secondo, 1865, pp. 211-250
Nuova Antologia di scienze, lettere ed arti, anno quinto, fascicolo I, 1870, pp. 89-115
Nuova Antologia di scienze, lettere ed arti, anno quinto, fascicolo IX, 1870, pp. 347-362
Bullettino di Paletnologia Italiana, anno 1°, 1875, pp. 1-2
Bullettino di Paletnologia Italiana, anno 2°, 1876, pp. 33-38
Bullettino di Paletnologia Italiana, anno 8°, 1882, pp. 139-145
Bullettino di Paletnologia Italiana, serie III - tomo IX, anno XXIX, 1903, pp. 189-211
Roma, Tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1911